Incisioni del traduttore n° #415
18 Ottobre 2019

Forse, però, dovrei lasciare maggiore spazio ai ricordi, in queste annotazioni. Dovrei trovare il coraggio, ad esempio, di parlare della mia prima volta, senza scadere nell’astrazione o, peggio ancora, nella ridondanza… sì, senza falsi pudori né moralismi, quella volta in camporella…

Pourtant dans cette terrasse paradisiaque qui dominait le lac de Como, la lumière éblouissante vieillit beaucoup plus vite que tout autre ma ((trop) souriante et) bruyante voisine – qui d’un trait eut l’air de pas avoir moins de 88 ans, si je ne me méprends pas.

Sì! il ricordo indelebile di quella volta in camporella… era un diciassette di ottobre… l’erba già madida della rugiada vesperale sotto il palmo delle mani… il tramonto solitario che arrossiva per noi, fortunati, trafitto dalle stoppie in lontananza…

Oh sì… quella volta in camporella, come dimenticarla? Mai più visti tanti funghi, come ieri sera! (Giulia può confermare.)


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