

#1760
29 Novembre
Dino Egger di Éric Chevillard è il romanzo emblematico della potenza, soprattutto nel senso di potenzialità endemica della Letteratura, che può essere tutto, come anche il suo contrario. Perché accontentarsi di una vita sola? La lettura d’altra parte (penso all’atto dello sfogliare il libro) ha a che fare con la metamorfosi, propria delle farfalle che eludono la morte.
#1759
28 Novembre
[Lo dico? Sì lo dico. Appuntamento stasera tra le calle e i canali di Venezia presso libreria Karass, col nostro Pierre Jourde, ore 20. L’ho detto. Ho gettato il sasso insomma. I cerchi nell’acqua faranno il resto.]
#1758
27 Novembre
A giudicare da quanto mi calmi a volte, neanche fosse una forma sublime della vendetta, potrei dire di scrivere col sangue.
#1757
26 Novembre
Giulia et moi, nous cherchâmes la nuit au fil des heures, à l’aide d’une lune splendide. En vain.
#1756
25 Novembre
Aquila mancata o albatro poco importa. Questo sabato, lo scrittore si chiude a riccio, le penne rivolte al contrario. DO NOT DISTURB
#1755
24 Novembre
“Voi scrivete. Voi scrivete e succede qualcosa. Lo sentite; quando scrivete, succede qualcosa che supera i limiti della vostra pagina e quelli della vostra mansarda; Parigi è ben piccola per contenere l’evento che si produce quando scrivete. La penna scricchiola, ripercuote lo scricchiolio della meccanica universale; e poi l’inchiostro è un olio prodigioso: s’alza il vostro canto. (…) Il dolore e la collera sanno adesso farsi sentire. Meglio, il dolore e la collera ottengono risarcimento.” (CHEVILLARD, Éric, Dino Egger, p. 62, da oggi in libreria)
#1754
23 Novembre
Da quando sono comparse quelle punte, sul tetto che si può tranquillamente scorgere dal mio studiolo, sono andati via i piccioni. E neanch'io non so più dove riposare, gli occhi.
#1753
22 Novembre
C’est vrai que l’ivrogne, même l’ivrogne, peut manquer de punch.
#1752
21 Novembre
Hors de doute, c’est bien l’expression qui suscite ma plus grande inquiétude, la vie sans ombre impliquant l’obscurité complète. Quant au joli chat noir qui ronronne comme un tigre dans ta chambre à coucher d’ailleurs – t’enquiète pas –, c’est une panthère.
#1751
20 Novembre
Aprilettere o no, ciottolo-fermacarte o meno, un crimine si consuma sempre nello studiolo dello scrittore, che sacrifica la vita sull’altare delle possibilità mancate.
#1750
18 Novembre
In fondo in fondo, la maschera esfoliante ne è la prova più luminosa: la bellezza è dentro di noi.
#1749
17 Novembre
Mi chiedo se oggi avrebbe la stessa forza rivoluzionaria Gracq, con la sua Letteratura da voltastomaco. Vedo troppi lettori di bocca buona in giro, gli stessi che, senza pudore, tengono a farsi chiamare “onnivori”.
#1748
16 Novembre
Tutto posso con la matita. Persino tracciare un arcobaleno di cemento: mi condurrà sull’altra sponda del Mincio, dove l’acqua scorre da sinistra a destra, nella direzione apposta. Mi basterà quindi andar di gomma, per tagliare i ponti con la “realtà”.
#1747
15 Novembre
L’écrivain touche toujours à un objet ultime, du bout de sa plume, le chatouille de la sorte, puis, par le rire, le réanime. Or il lui faut du tact, c’est à dire un certain style.
#1746
14 Novembre
Il tunnel deve essere libero. La cosa acquisisce la drammatica evidenza di una montagna quando crolla, o ti fa troppo male per scrivere.
#1745
13 Novembre
Le pic-vert, on le devine parmi le restant des feuilles du chêne, le pivert.
#1744
12 Novembre
Indosso un cappello contro il freddo come tutti gli altri uomini stempiati che, refrattari alle mode e ai negozi d’abbigliamento, invecchiano al vento beffardo di novembre aspettando le mogli. Io sono quello che attende Giulia, la mia musa, scrivendo. Mi riconoscerà – credo.
#1743
11 Novembre
Cerco asilo, a quarantaquattro anni suonati, ancora, disperatamente.
#1742
10 Novembre
Dicono che per sapere quante calorie ha una bistecca occorra bruciarla. Si paga sempre, del resto, lo scotto della curiosità.
#1741
9 Novembre
Procede sicuro sorridente e spedito sui borghesi bigotti binari* della vita, spingendo il suo nuovo fiammante passeggino.
#1740
8 Novembre
L’autunno è già un tramonto. Ma alle 18, dalla terrazza, diventa mozzafiato.
#1738
6 Novembre
Aspetta l'onda perfetta, a suo rischio e pericolo, il grande selfiesta.
#1737
4 Novembre
J’écris tout le temps, contre mon adversaire idéal, puisque je ne sais pas jouer au tennis. C’est vrai que je pourrais apprendre. Or il se trouve que je suis droitier. Et que je ne pourrais pas y renoncer…
#1736
3 Novembre
-Io, stringendo Giulia fra le braccia, rivolto verso la terrazza: “Quanto corrono le nuvole!”
-Giulia: “Siamo noi, per una volta, a esserci fermati.”
#1735
1 Novembre
Il soffione nella bufera: questa non è una metafora della resilienza, anzi.
#1734
31 Ottobre
A pensarci bene, la domanda era stupida, da un punto di vista metafisico, e non poteva generare che l’imbarazzo del gentile gastronomo, pronto a tergiversare, a blaterare, mugugnare, rimuginare, biascicare di tutto, pur di non urtare la mia sensibilità: “Di cosa sono fatte quelle polpette?”
#1732
29 Ottobre
E se il tempo atmosferico, con le sue docce fredde, fosse giusto una metafora? per i più tordi?
#1731
28 Ottobre
L’index ne désigne, avant toute autre chose du moins, que l’index: voici la preuve irréfutable et définitive des théories de Jung.
#1729
26 Ottobre
Il vero artista vive nell’arte, necessariamente. E non vi rinuncerebbe per nulla al mondo, neanche per l’immortalità.
#1728
25 Ottobre
Suffit-il de partager une même allucination, pour la matérialiser? Quoique vaguement apeurés, Giulia et moi, nous n’en savons pas davantage, du tremblement de terre qui aurait eu son épicentre – dit on – près de Rovigo à 15:45.
#1727
24 Ottobre
Da sinistra a destra, lettera dopo lettera, la scrittura si compie nel tempo. Detto diversamente: l’essere perde pezzi strada facendo.
#1726
23 Ottobre
Non riesco ad accettare questo lunedì, se non in ore, minuti, secondi, che finiscono per farlo durare una mezza eternità.
#1725
22 Ottobre
Durante il XVI secolo Giorgio Ghisi e i membri della famiglia Scultori si dedicarono a incidere gran parte di Palazzo Te, apportando talvolta alcune rielaborazioni. Le incisioni tratte dagli affreschi del palazzo mantovano circolarono a lungo in Italia e anche in Europa, nel corso del XVI secolo, contribuendo alla fama imperitura di Giulio Romano, preso a modello anche dai pittori fiamminghi… Ecco, diciamo che se il traduttore prevale sull’autore… se non l’editore, quantomeno il curatore della mostra di Rubens… dovrebbe pensare a rimborsarci i biglietti.